MAGAZZENO STORICO VERBANESE
... a partire da un'idea di Giovanni Andrea Binda (1803-1874)
Nei dodici anni di attività della nostra associazione (fondata giusto il 9 dicembre 2001), un cambio importante prende vita e impulso grazie alle nuove tecniche informatiche che man mano superano le legnosità tipiche della gestione dei primi siti internet, delle interfacce offerte all’utenza, delle visualizzazioni non sempre user-friendly, o per dirla più italianamente, amichevoli, ma per dirla altrettanto alla buona, efficaci ed efficienti.
Il Magazzeno Storico Verbanese nasce però molto prima del 2001. Certo, la data di fondazione ufficiale è il 9 dicembre 2001, per volontà di un gruppetto di appassionati che insieme alla Storia coltivano il piacere di lavorare con mezzi e strumenti moderni, di essere fast & restless, ma senza dimenticare la bellezza delle antiche carte vergellate, gli inchiostri e le cerelacche, i cuoi e le pelli, le sete… e le ore e ore passate a scartabellare e rompersi il capo su grafie illeggibili, termini strambi e oscuri, a cercare date di nascita e morte per genti dimenticate, o magari a esultare per aver scoperto dati, indizi, legami e collegamenti che possono aiutare ricerche in corso e favorire nuovi studi.
Ma il senso del sodalizio e del suo lavoro è da ricercare più indietro, come detto: va cercato nella preziosa e spesso oscura e poco conosciuta attività di storici e ricercatori del passato, quali il De Vit, o altri che con acribìa si dedicarono ai sondaggi di archivi e giacimenti documentali sino ad allora poco o per nulla conosciuti. Ne vennero illuminazioni, come quelle che alla fine degli anni Sessanta ebbe chi alla buona, vergando su un foglio di computisteria il titolo “Hierarchia Catholica Plebis Canobii”, e allineandovi sotto giudiziosamente un mannello di nomi di prevosti, canonici, non ambiva certo a emulare localmente Konrad Eubel, Pirmin Sefrin, Patrick Gauchat o Remigius Ritzler; ma piuttosto voleva individuare uno strumento potente e flessibile, un database, anzi un repertorio (che per i mezzi del tempo altro non poteva esser se non cartaceo) di nomi e date precisamente riscontrate e archivisticamente verificate sui documenti: insomma, un magazzeno di informazioni, notizie e dati storici. Mancò il tempo, mancarono gli strumenti a costui, per varare questo progetto, che rimanendo allo stato di intuizione, lasciò comunque spazio ad altri ben più gravosi impegni e lavori, che lo portarono a scrivere di statuti, a riempire pagine e pagine di trascrizioni di pergamene, cartulari, documenti e memorie, scovati nei più disparati archivi (o magari raccattati nel pattume…) e offerti allo studio nelle più note riviste storiche delle due sponde del Verbano.
Vi fu però chi raccolse quella intuizione, e accompagnandola – mutati i tempi – all’uso e alla consuetudine di nuovi strumenti, che nel frattempo erano apparsi sulla scena, varò i primi repertori informatici, i primi database verbanesi: che aiutassero quanti avevano il problema di verificare documenti, datazioni, fatti ed eventi, offrendo loro riscontri precisi, documentati in modo flessibile, continuamente crescente e aggiornabile.
Di qui il senso dell’impresa (si sarebbe detto un tempo), il logo (si direbbe oggidì), lo stemma (direbbero gli araldisti), del Magazzeno Storico Verbanese: non una moneta, pur di buona lega, non una medaglia da appuntare sul petto per testimoniare chissà quali benemerenze, non un generico logotipo (pur fantasioso ed elegante quanto possibile), ma un simbolo; un simbolo che riunisce in sé molti sensi e significati.
L’impresa del Magazzeno Storico Verbanese è, infatti, un libro la cui cerniera, come quella di tutte le nostre vite di laghée (di laghisti, avrebbero detto nell’Ottocento), è imperniata sul nostro amato Verbano; in quel libro virtuale e ben reale miriamo a mettere ogni e quanto più vasto repertorio di dati, che stiano ben raccolti sotto una bella V maiuscola, a ricordare che per la Storia e la cultura di lago Verbano e Verità Storica iniziano, devono iniziare con la stessa lettera… quindi, nel sito, solo schede che saranno controllate, e se vi saranno errori (immancabili in un lavoro che in dieci anni ha raccolto più di quarantamila schede, e che intende nei prossimi dieci moltiplicarle a dismisura), essi son dovuti alla buonafede, e verranno corretti alla svelta: perché a differenza delle amate pagine cartacee, in un sito internet le revisioni e le correzioni sono sempre possibili, auspicabili e auspicate, e soprattutto benaccolte, se arrivano con onestà intellettuale.