MAGAZZENO STORICO VERBANESE
... a partire da un'idea di Giovanni Andrea Binda (1803-1874)
L’avevano capito tutti, a partire da quel cardinale di Milano, il Monti, che già nel 1639 (quando ancora non esisteva che un piccolo palazzotto di pochissime stanze e un minimo accenno di “giardino di casa”) si affrettava a rispondere positivamente all’invito del conte Carlo III Borromeo: lui, il cardinale che aveva una poderosa quadreria, paragonabile […]
L’avevano capito tutti, a partire da quel cardinale di Milano, il Monti, che già nel 1639 (quando ancora non esisteva che un piccolo palazzotto di pochissime stanze e un minimo accenno di “giardino di casa”) si affrettava a rispondere positivamente all’invito del conte Carlo III Borromeo: lui, il cardinale che aveva una poderosa quadreria, paragonabile a quella dell’altro arcivescovo di Milano amante dell’arte – viene da sé: un altro Borromeo, Federico III, il Borromeo dell’Ambrosiana – lui, dicevamo, venne in visita all’Isabella nel 1639, aprendo una secolare stagione di omaggi alle Isole Incantate.
Non poteva esser diversamente. Emozionante la vista delle isole, che diventavano punto obbligato nel Il Grand Tour e nella pittura di veduta nei domini Borromeo: da Gaspar Van Wittel a Luigi Ashton, secondo il criterio ben formulato dalla mostra che – curata da Alessandro Morandotti con la collaborazione di non poche istituzioni pubbliche e private italiane, prosegue fino al 25 ottobre.
Allestita nella sala maggiore dell’Isola Bella, quella che è cardine (completato nel 1954 sui disegni originali degli anni ’80 del Seicento di Carlo Fontana) la curatissima esposizione è la prima di una serie di iniziative volute dal principe Vitaliano XI Borromeo Arese tese a proporre una nuova lettura – moderna e però nel solco rispettoso della tradizione culturale di famiglia – degli aspetti poco noti e delle ricchezze delle raccolte artistiche borromee. Non mancano opere solitamente non esposte nel percorso di visita delle Isole, o documenti provenienti dai depositi archivistici.
La mostra permette di approfondire la storia delle Isole Borromee, mettendo a confronto dipinti, disegni, incisioni e testimonianze letterarie tra fine XVII e metà del XIX secolo. E per molto che è esposto, commuove pensare a quanto i numerosi illustri turisti si hanno lasciato come ricordo, che man mano viene riscoperto ora: come la firma di Hemingway, o di Louise May Alcott, di Ulysses Grant, Filippo Palizzi, Giuseppe Garibaldi, o di Richard Wagner, di Emile Gallé… o più semplicemente di tanti altri oscuri e meno famosi turisti dimenticati dal tempo ma restati stregati per sempre da queste isole… incantate.
Info www.isoleborromee.it
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